“Giobbe” di Karol Wojtyla – la performance Rievocazione del Teatro Rapsodico

Il 18 maggio – giorno del secondo anniversario della fondazione dell’Istituto di Cultura San Giovanni Paolo II presso la Pontificia Università San Tommaso d’Aquino di Roma – nella Chiesa dei Santi Domenico e Sisto si è svolta una rappresentazione del “Giobbe” di Karol Wojtyła preparata dagli studenti del programma “JP2 Studies” e diretta da Jarosław Kilian.

Dariusz Karłowicz, presidente della Fondazione San Nicola e direttore del programma dell’Istituto di Cultura San Giovanni Paolo II dell’Angelicum, ha presentato al pubblico il contesto di questo dramma. Ha ricordato che Karol Wojtyła scrisse la sua interpretazione del Libro di Giobbe nel 1940, quando la crudeltà della guerra doveva essere affrontata quotidianamente.

Nel dramma si intrecciano l’antichità, i tempi del Vangelo e l’epoca moderna. Karol Wojtyła ritrae i temi della sofferenza, del libero arbitrio umano e del ruolo di Dio nel contesto delle atrocità della guerra. Wojtyła scrive: “L’azione si svolge nei nostri giorni – nel tempo di Giobbe per la Polonia e per il mondo”. Oltre a rappresentare fedelmente il personaggio e la storia di Giobbe dell’Antico Testamento, Karol Wojtyła aggiunge un coro, un prologo e un epilogo tratti dalla tradizione del dramma antico. Come ha sottolineato il regista dello spettacolo, Jarosław Kilian, il dramma ha un finale modificato in cui il profeta Elihu appare come risposta alla sofferenza, introducendo una prospettiva cristiana. Elihu incontra Giobbe, che è disperato e non riesce a capire il significato della sua sofferenza. Il profeta gli dà una visione della Passione di Cristo. Solo allora Giobbe comincia a capire, a toccare il senso della sua sofferenza. Nel senso del Libro biblico di Giobbe, questa sofferenza non è una punizione per i peccati. Può colpire tutti: gli innocenti, gli ingiusti e gli umiliati. Non è affatto un castigo, ma piuttosto un grande mistero.

Il professor Kilian ha sottolineato che il dramma di Karol Wojtyła opera al confine tra filosofia e teologia. Questo gli ha permesso di fare una scoperta notevole: la sofferenza innocente non può essere compresa. L’unica cosa che si può fare è avvicinarsi ad essa e cercare di illuminarla attraverso la Passione di Cristo. Il professor Kilian ha anche raccontato di aver trovato molto prezioso lavorare con gli studenti sull’interpretazione di “Giobbe”.

Gli studenti che hanno partecipato alla rappresentazione hanno notato che il testo, le prove e la rappresentazione stessa hanno permesso loro di sperimentare la particolare sensibilità del giovane Karol Wojtyła al problema della sofferenza. Inoltre, il contesto della Seconda Guerra Mondiale ha influenzato notevolmente la loro comprensione della sofferenza associata all’attuale guerra in Ucraina. Spesso hanno sottolineato che si è trattato di un’esperienza molto significativa, che ha rappresentato per loro una sorta di esercizio spirituale. Le prove e la rappresentazione hanno dato loro anche una straordinaria opportunità di lavorare insieme.

Sintesi: Bartłomiej Kabat