
Tommaso d’Aquino: Magister spiritualis – Omelia per la Conferenza annuale della Cattedra Pinckaers
L’ Istituto Tomistico dell’ Angelicum e l’ Istituto di Spiritualità dell’ Angelicum • Terza Conferenza Annuale della Cattedra Pinckaers
Tommaso d’Aquino: Magister spiritualis
Omelia della Messa conclusiva • 32ª domenica del Tempo Ordinario (A)
p. Peter John Cameron, O.P.
11 novembre 2023
Perché nel Vangelo di oggi l’evangelista Matteo si dilunga a dirci che le persone che andarono incontro allo sposo erano dieci vergini? Perché non vengono semplicemente descritte come dieci invitati alle nozze… o dieci compagni di università… o dieci membri della squadra di bowling dello sposo? Perché dieci vergini?
Certo, la verginità è il cuore della santità di San Tommaso d’Aquino.
- Durante il processo di canonizzazione di Tommaso d’Aquino, un anziano sacerdote domenicano, P. Conrad di Suess, testimoniò: “Tommaso era un uomo di vita santa e di nobile disposizione. Era pacifico, sobrio, tranquillo, devoto, contemplativo e così casto da essere considerato una vergine”.
- Il primo biografo di Tommaso, Guglielmo di Tocco, ha osservato che “Tommaso era un uomo amabilissimo, così puro e casto che comunemente lo si riteneva vergine come dal grembo di sua madre”.
- E nella bolla di canonizzazione del 18 luglio 1323, Papa Giovanni Secondo affermò che: “Tommaso risplendeva così tanto nello splendore della castità, accuratamente custodita con umiltà e nutrita dal raccoglimento, che molti credevano che fosse rimasto incorrotto nella verginità della carne”.
Una nota storia che deriva dall’incidente del 1244, quando la famiglia di Tommaso lo imprigionò nel castello di Aquino, lo conferma. Per dissuadere Tommaso dalla sua vocazione domenicana, si dice che una prostituta sia stata introdotta nella stanza di Tommaso per sedurlo; si dice che egli l’abbia scacciata dal luogo con un marchio di fuoco.
- Papa Pio XI, nella sua enciclica del 1923, fa riferimento a questo fatto. Dice: “Se cerchiamo di scoprire le caratteristiche peculiari e specifiche della santità di Tommaso, ci appare in primo luogo quella virtù che conferisce a Tommaso una certa somiglianza con la natura angelica, e cioè la castità. Egli l’ha conservata intatta in una crisi di pericolo urgentissimo e per questo è stato considerato degno di essere rivestito dagli angeli con una veste mistica…. Se dunque la purezza di Tommaso fosse venuta meno nell’estremo pericolo in cui era caduta, è molto probabile che la Chiesa non avrebbe mai avuto il suo Dottore Angelico”.
Ma forse fu proprio lì, nella sua misera prigionia, che San Tommaso crebbe nella sua vigilanza per lo Sposo.
- Il termine “vigilantia” compare 19 volte negli scritti di Tommaso d’Aquino.
- E nelle sue Questioni controverse sulle virtù, Tommaso osserva che: “Per “vegliare” si intende quella sollecitudine che l’uomo deve avere per non farsi trovare impreparato da Cristo” (2. a 11. ad 7).
- Questa sollecitudine. Forse le parole del Salmo responsoriale di oggi hanno generato questa sollecitudine nel cuore tenero di Tommaso:
L’anima mia ha sete di te, Signore mio Dio.
O Dio, tu sei il mio Dio che cerco;
di te si strugge la mia carne e ha sete la mia anima.
Così ho guardato verso di te nel santuario,
perché la tua bontà è un bene più grande della vita.