JP2 Lectures // Prof. Chantal Delsol: The End of Christendom

Giovedì 15 aprile si è tenuta la prima conferenza della nostra serie di conferenze presso l’Istituto di Cultura San Giovanni Paolo II, all’Angelicum di Roma. La conferenza, intitolata “End of the Christian World”, è stata tenuta dalla professoressa Chantal Delsol, filosofa, scrittrice, docente di filosofia politica e membro dell’Accademia Francese. È vincitrice di numerosi premi tra cui il Premio dell’Accademia di Scienze Etiche e Politiche (1993, 2002), il Premio Mousquetaire (1996) e il Premio dell’Accademia Francese (2001).

In un mondo di cosmoteismo (talvolta designato come panteismo o politeismo) l’uomo si sente a casa in una realtà singolare che comprende sia il sacrumche il profanum; la dicotomia sacro-profano. Con il monoteismo, invece, l’uomo partecipa ad un mondo considerato immanente in cui si trova a desiderare un altro tipo di mondo. Per il monoteista il nostro mondo non è che un luogo di soggiorno temporaneo. Ma per il cosmoteista – è davvero la sua casa. Ormai sembra che la sensibilità postmodernista ne abbia abbastanza della provvisorietà che ne deriva! Egli ha bisogno di una dimora duratura, nel senso pieno di questo significato. Egli apprende nuovamente i fondamenti del cosmoteismo, poiché si trova di fronte all’anelito di unirsi al nostro mondo come una persona pienamente affrancata, non come il noto straniero che associamo al cristiano descritto nell’epistola anonima a Diogneto – ha commentato la professoressa Chantal Delsol nella sua conferenza tenuta nell’ambito del ciclo di conferenze Giovanni Paolo II.

La prossima conferenza della nostra serie Giovanni Paolo II è stata annunciata da padre Piotr Janas OP del Dipartimento di Scienze Sociali dell’Angelicum, che ha ringraziato i patroni dell’istituto e ha menzionato i nostri prossimi eventi. Ha passato la parola a Dariusz Karłowicz, che ha presentato agli ascoltatori il nostro ospite e i temi di discernimento.

La professoressa Chantal Delsol ha iniziato la sua conferenza affermando che ci troviamo di fronte allo spettro di una civiltà cristiana in declino. La cui morte è sotto gli occhi di tutti da vent’anni a questa parte, e che sta conducendo una lotta eroica per arginare questa marea. Un momento chiave di questo lungo processo può essere fatto risalire alla Rivoluzione francese. Come sottolinea Chantal Delsol, che non poteva che essere una reazione in opposizione al cristianesimo – poiché dai suoi albori fino ad oggi il cristianesimo è stato una minaccia ricorrente alle maree del modernismo.

Il nostro relatore ha poi evidenziato le particolarità di questa rivoluzione in contrasto con le altre rivoluzioni politiche europee. La sua unicità consisteva nel suo totale divorzio dalla religione. Il cui effetto è stata la continua guerra e tensione tra lo Stato e la Chiesa, che da allora non sono stati in grado di coesistere amichevolmente, a differenza degli esiti di altre rivoluzioni nella storia europea. In accordo con l’osservazione di Delsol, la politica spogliata della sua dimensione spirituale e della sua responsabilità finirà per cadere vittima di imprevedibilità volatili e pericolose. Inoltre la Chiesa, essendo stata invertita in un ruolo di nemico pubblico che continuamente resiste e mina le leggi e i costumi sempre mutevoli associati allo stato, comincia gradualmente a scemare e a morire nel suo significato.

Delsol ha poi portato l’attenzione sull’elemento di creazione che il ruolo della Chiesa cattolica ci ha dato come fondamento, che è in effetti il fondamento su cui è stata fondata la civiltà del cristianesimo. Questo culmine imminente del conflitto tra la modernità e la Chiesa era qualcosa di assolutamente inevitabile, sarebbe arrivato il momento in cui la Chiesa avrebbe cominciato a tramontare. Secondo il nostro relatore, ogni tentativo di appropriarsi della Chiesa ai fini della modernità sarebbe finito in modo terribile per la Chiesa. Le fasi successive della modernità e i movimenti che sarebbero venuti nel 19° e 20° secolo servirono solo a solidificare le prospettive sfortunate per la Chiesa.

Nella parte successiva della nostra conferenza, Chantal Delsol ha richiamato alla mente le memorabili parole di André Malraux che profetizzò che il XXI secolo sarebbe stato davvero un “secolo della religione”. Veramente, in un certo senso questo è avvenuto, ma non per quanto riguarda il cristianesimo. Come un’ovvietà del nostro tempo, Delsol ha richiamato i molti sistemi religiosi inventati dalle società, e in effetti questo è il caso oggi. Spiega inoltre come la caduta progressiva del mondo cristiano non ha portato a movimenti atei attesi, anzi, nota che qualcosa del genere non esiste de facto. Abbiamo quindi uno scenario in cui è in atto un cambiamento di paradigma civile, che si sta svolgendo secondo lo schema seguente. Secondo il Prof Delsol l’epoca imminente che ci aspetta è, guarda caso, quella della saggezza e del paganesimo. Si tratta di una trascendenza all’interno della quale il paganesimo viene scoperto e compreso nuovamente. Poiché la diagnosi, secondo Delsol, è che viviamo attualmente in un’epoca rivoluzionaria – nel senso letterale della parola – dove la metamorfosi in corso riguarda la morale come l’ontologia. Il momento più pertinente di questa rivoluzione è stato naturalmente il decennio degli anni ’60.

A loro volta i movimenti rivoluzionari del XVIII secolo segnano il momento dell’inizio della fine del mondo cristiano.

Il nostro oratore ha proceduto dando vari esempi di un fenomeno che vediamo nelle società che potremmo descrivere come prescrizioni di norme sociali e come un vero riflesso di scelte filosofiche ampiamente comprese. Ha osservato, nel frattempo, che il cristianesimo è stato istituito come risultato di una “torsione debitamente reindirizzata” nella direzione opposta. Delsol ha richiamato la mancanza di armonia tra la visione cristiana del mondo e l’antico sistema romano e la tensione che sorse tra questi due nel IV secolo d.C. A sua volta i movimenti rivoluzionari del XVIII secolo segnano il momento dell’inizio della fine del mondo cristiano. Fu in questo momento che l’Occidente iniziò questo processo di eliminazione delle sue radici civili.

Inoltre, il Prof. Delsol ha notato come i cristiani che si sforzano di difendere la nostra morale tradizionale sono in realtà pienamente consapevoli del “ragionamento non cristiano” che pretende che i loro dogmi non siano più ascoltati o sentiti da nessuno. Stanno nascendo processi del tutto contrari a quanto si era detto all’inizio del 4° secolo, come nota Delsol, il ciclo ha fatto il suo corso.

La rivoluzione in mezzo a noi, secondo il ragionamento presentato qui dal nostro relatore, è un risultato del cambiamento delle basi morali precedenti. Ora siamo stati condotti al rovesciamento delle precedenti norme e regole ontologiche che una volta erano le verità fondamentali come basi del mondo cristiano. Dopo un’inevitabile caduta ad un certo punto, queste leggi transitorie e nuove, con le loro nuove norme culturali, riusciranno solo per un certo tempo ad essere giustificate. Puramente per assuefazione saranno attuate, ma un tale stato d’essere non può naturalmente resistere alla prova del tempo e dovrà alla fine cadere vittima delle accuse di illegittimità. Poiché ciò che forma una civiltà non è la verità, come molti potrebbero suggerire, ma piuttosto l’essere pienamente convinti dalla verità. È questa capacità di essere convinti dalla verità che garantisce la resistenza delle norme culturali e morali fondamentali – spiega Delsol.

Per aiutare a descrivere questa situazione che viene qui presa in considerazione dal ragionamento fatto, possiamo fare dei paragoni tra i cosmoteismi, cioè le religioni di natura più primitiva, e i monoteismi, cioè le religioni di natura più complessa. Il secondo si riduce, quando si abbandona lo sforzo richiesto per il suo mantenimento. Qui Delsol rivela il meccanismo che si sta realizzando. Un cosmoteismo latente autoesistente è stato tenuto dormiente per un certo tempo dal monoteismo. Eppure, in attesa, c’è l’opportunità di risvegliarsi e di esercitare la sua influenza, per così dire, con una vendetta.

Successivamente Chantal Delsol si è scagliata contro i modi di pensare attuali che pretendono che forme singolari possano sostituire il quadro cristiano come forme negative, cioè l’ateismo e il nichilismo. Lei considera tali convinzioni come equivalenti a pretese di insostituibilità. Poiché ormai ci troviamo di fronte a qualcosa di natura piuttosto diversa – al posto del cristianesimo non vediamo vuoti di nulla, più presto vediamo forme storiche familiari e più primitive quasi rozze nella loro natura. Al posto di un cristianesimo decaduto – possiamo aspettarci moralità stoiche, orientamenti pagani, e allo stesso modo varie propaggini di ideologie spirituali atee. In effetti abbiamo di fatto dei fenomeni che si caratterizzano per la loro immanenza, che cercano un senso pieno della vita nella vita stessa. Come nota Delsol, l’uomo postmoderno è desideroso di eliminare le differenze di classificazione, come se facesse un uso eccessivo della nozione di inclusione, anzi, un uso eccessivo dell’aggettivo “inclusivo”. Quindi il cosmoteismo traspare naturalmente per questa ragione, poiché si separa dalla precedente e consolidata nozione di dualismo che è il fondamento della cultura giudeo-cristiana. In accordo con le questioni qui presentate per la deliberazione, viviamo in tempi che hanno in un certo senso imbrigliato le verità del Vangelo mentre hanno rimosso i fondamenti su cui poggiano – il recente modernismo ha accettato il Vangelo mentre si è liberato dei suoi elementi trascendentali.

Poiché ormai ci troviamo di fronte a qualcosa di natura piuttosto diversa – al posto del cristianesimo non vediamo vuoti di nulla, più presto vediamo forme storiche familiari e più primitive quasi rozze nella loro natura.

Nell’ultima parte della sua conferenza, la professoressa Delsol si interroga sul destino della nostra Chiesa nello spettro di un mondo cristiano decaduto. Come reazione comune tra gli ecclesiastici, indica la rassegnazione e la riluttanza. Allo stesso modo si evidenzia il caso di certi ecclesiastici contemporanei che assumono il ruolo di apostoli un po’ nascosti o nascosti di oggi. Concludendo questo pensiero, il nostro relatore si è riferito anche alle situazioni del mondo secolare, dove i cristiani sono designati ad uno status un po’ sventrato nell’essere soldati sconfitti. Delsol diagnostica la situazione attuale in modo pessimistico, come una tetra lotta su scala di guerra, dove l’attenzione si è concentrata sul superficiale in contrapposizione all’affidarsi alla fede come un mezzo legittimo. Ci esorta a cercare un ritorno al cristianesimo, alla dignità intrinseca di ogni embrione vivente, perché solo allora si potrà porre fine all’aborto. Tentare di rendere questo in qualsiasi altro modo sarebbe come imporre una profonda fedeltà a coloro che non sono cattolici, il che risulterebbe in effetti come un’assurdità, di portata terroristica. La fede e l’adesione alla morale precedono la legittimità delle leggi e delle regole. E aggiunge, inoltre, che se non si è in grado di esercitare l’autorità come governante, si dovrebbe dare l’esempio, come notò notoriamente il romanziere Camus.

In chiusura, Delsol ha notato come percepisce ancora un certo tipo di mancanza che si traduce in un ulteriore ritiro dal mondo cristiano. Ha poi posto una domanda retorica: la missione richiede la conquista?… suggerendo così che forse dovremmo prendere i monaci tibetani come modello per il cristianesimo, ma non il filosofo e teologo Sepulveda. Questo evidenzia la fecondità offerta da un testimone silenzioso come agente nascosto di Dio, un fenomeno che si incontra sempre più raramente al giorno d’oggi. Per concludere: sperimentare i frutti dei Padri della Chiesa dà certezza all’affermazione che il Vangelo non deve imporre il dominio sullo Stato, ma piuttosto, nelle parole di Sant’Exupery, “dirigersi lentamente verso il pozzo…”.

L’ultima parte del nostro incontro ci ha dato l’opportunità di domande e risposte con il nostro relatore Prof Delsol. Il pubblico era in gran parte interessato alla questione della scristianizzazione nel contesto del declino della percezione della dignità umana, e altrettanto interessante era la questione se i processi prevalenti in corso in Europa, su cui la nostra conferenza si è concentrata, possono ancora essere rovesciati.

Sintesi: Hanna Nowak
Traduzione: Tomasz Sosnowski

Il testo completo della lezione può essere trovato qui.