JP2 Lectures // Stanisław Grygiel: Una persona rinasce. Una persona non è riformata

Vi invitiamo alla prossima conferenza del ciclo 2021/22 di “JP2 Lectures”, che si terrà giovedì 9 giugno 2022 alle 16:30 nell’Aula 11 dell’Angelicum. La conferenza del professor Stanisław Grygiel (professore ordinario e vicepresidente del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per studi su matrimonio e famiglia) si intitolerà “Una persona nasce. Una persona non è riformata”.

Giovedì 9 giugno si è tenuta un’altra e ultima lezione di quest’anno accademico nell’ambito del ciclo di “Conferenze JP2” organizzato dall’Istituto di Cultura San Giovanni Paolo II presso l’Angelicum di Roma. La conferenza dal titolo: “Una persona rinasce, una persona non si riforma” è stata presentata dal Prof. Stanisław Grygiel.

Già all’inizio delle sue riflessioni, il prof. Grygiel presenta i presupposti più importanti delle considerazioni che seguono. Richiama l’attenzione sulla relazione primaria dell’uomo con il Dio vivente, la sua unione con l’Amore creatore. Presenta anche la filosofia del dono di Giovanni Paolo II, secondo la quale l’uomo ha ricevuto da Dio la possibilità di seguire il cammino della verità e della libertà. La contrappone alla ragione moderna identificata con le idee della civiltà razionalistica e tecnica. Secondo la diagnosi del relatore, essa è responsabile della graduale perdita del legame dell’uomo con la vocazione cristiana a favore di vari modelli di visione del mondo.

Secondo l’argomentazione del Prof. Grygiel, questa rottura della memoria sulle fonti dell’identità così intesa disturba l’intuizione e la capacità di entrare in relazione – un incontro vero, basato su Dio e sull’amore con un’altra persona. Egli travisa le parole di Sant’Agostino e dice: non intuitur veritatem nisi per caritatem, cioè: solo l’amore apre gli occhi perché vedano la verità.

Dal punto di vista del Prof. Grygiel, la modernità si colloca all’altro estremo: contiene tutto ciò che aliena l’uomo, lo allontana dall’incontro con l’altro. Egli descrive l’uomo moderno facendo riferimento alle monadi solitarie e senza finestre di Leibniz. – “Una società in cui non ci sono persone inviate ad altre persone crolla”. – dice. Al contrario, “la bellezza della verità e del bene avviene e si manifesta in persone reciprocamente presenti l’una all’altra. La loro bellezza è un dono, una gratia. La vita delle persone tra le quali accade la verità racconta la storia del compimento in loro della bellezza della grazia della verità, gratia veritatis”.

Più avanti nella conferenza, sempre tornando all’analisi della modernità, Grygiel parla di un tipo di senzatetto a cui essa conduce distruggendo le fondamenta dell’insediamento originario. – “I senzatetto non sono ‘risorti’ perché non hanno nessuno in cui risorgere”. – conclude.

Nel passo successivo, Grygiel trasforma la frase Ecclesia semper reformanda in Ecclesia semper renascenda. Egli mette in relazione questa direttiva con l’uomo che, a causa dei processi moderni, è caduto in un vuoto esistenziale che non va da nessuna parte. Secondo Grygiel, lo stesso meccanismo si applica al matrimonio, alla famiglia e alla nazione. Grygiel trae il concetto di riforma dall’approccio di Heidegger all’oggetto: si riformano gli insiemi di oggetti o “la struttura dell’azione tecnica, ma non la libertà, cioè la fede, la speranza e l’amore, che una persona in una comunità personale diventa”, dice.

Egli deriva la nozione di riforma dall’approccio di Heidegger all’oggetto: si riformano gli insiemi di oggetti o “la struttura dell’azione tecnica piuttosto che la libertà, cioè la fede, la speranza e l’amore”.

Ricorda poi il seminario con Karol Wojtyla e la considerazione della filosofia di Sartre che, secondo le parole di Wojtyla, “ci aiuterà a capire la prossima secolarizzazione della società. La sua visione della libertà assoluta colpirà il marxismo, ma poi colpirà noi”. La bellezza dell’amore, che trasforma una persona disinteressatamente presente per un’altra in una persona piena di grazia (gratia plenus), fa sì che gli altri lavorino per la resurrezione”, spiega Grygiel.

Un’altra opposizione presentata nella conferenza è quella tra la Parola di Dio e il cosiddetto “Antisenso” che distrugge la cultura nelle persone, “in modo che invece di diventare persone belle diventino cittadini ‘educati’ dello Stato, obbedienti ai suoi amministratori” – conclude.

Grygiel nota che l’approccio di Wojtyła all’uomo è di natura mistica e poetica. Parla dell’esperienza della bellezza del corpo umano intesa da Giovanni Paolo II come una radura attraverso la quale penetra la luce della trascendenza. È in questa radura che si rivelano la verità e la bontà della persona.

Nella parte finale della conferenza, il Prof. Grygiel richiama l’attenzione sull’atteggiamento speciale del Papa verso ogni essere umano. – In ogni persona vedeva qualcuno infuocato da Dio, anche quando la persona a cui si avvicinava non sapeva di essere infuocata da Lui. Si avvicinava a ogni persona con il capo chino ed entrava in casa sua a piedi nudi, perché sapeva che stava entrando in terra santa. Entrava nelle case degli altri come si entra in un tempio (templum) per contemplare il fuoco dell’Amore, che è Dio. Il verbo con-templor, -ari e il sostantivo con-templatio parlano di questa unione con un’altra persona nel tempio dell’amore”, ha descritto l’atteggiamento di Giovanni Paolo II.

Grygiel conclude le sue riflessioni con una domanda. – Il “Figlio dell’uomo troverà la fede sulla terra quando verrà?”. (Luca 18:8). Come sottolinea alla fine della sua conferenza, la via per raggiungerla è la contemplazione coraggiosa, che ha il potere di proteggere l’uomo dai pericoli della moderna metafisica del nulla.

Il testo completo della lezione può essere trovato qui.

Sintesi: Hanna Nowak