Il Concilio Vaticano II è stato decisivo per il tema del rapporto tra Chiesa e cultura. Attingendo al pensiero dei papi del XIX e del XX secolo, il Concilio ha formato un nuovo rapporto tra Chiesa e cultura. Questo rapporto si basava sulla convinzione che d’ora in poi la Chiesa vivrà sempre in un mondo pluralistico.
La comprensione delle culture nelle quali la Chiesa vive è necessaria per annunciare il Vangelo. Da qui nasce la chiamata di Giovanni XXIII a leggere i segni dei tempi e quella di Paolo VI al dialogo con il mondo. Fu Paolo VI che durante il suo pontificato sostituì il termine tradizionale “civiltà cristiana” con l’espressione “civiltà dell’amore” presa da Benedetto XV. Tale sostituzione intendeva servire alla ricerca di un linguaggio universale, comprensibile a tutti indipendentemente dalla religione e dalla cultura, attraverso il quale la Chiesa, fedele al Vangelo, potesse comunicare le verità centrali del cristianesimo. Nella sua antropologia, Giovanni Paolo II completò quest’opera, creando un linguaggio universale incentrato sul bene dell’uomo visto alla luce del Vangelo.
La conferenza La conferenza è disponibile online:
Padre Jarosław Kupczak è un sacerdote domenicano, professore di teologia e uno dei maggiori esperti mondiali nel campo dell’antropologia cristiana di Giovanni Paolo II. Insegna all’Angelicum di Roma e alla Pontificia Università Giovanni Paolo II a Cracovia, dove è anche direttore del Centro di Ricerca sul Pensiero di Giovanni Paolo II. Ha insegnato anche in altre università, tra cui l’Istituto Giovanni Paolo II di Roma, la Pontificia Università Lateranense e l’Istituto Giovanni Paolo II di Studi su Matrimonio e Famiglia di Melbourne (Australia). È tra gli altri l’autore dei libri: “Destinato per la libertà: la persona umana nella filosofia di Karol Wojtyla/Giovanni Paolo II”, “Dono e comunione: la teologia del corpo di Giovanni Paolo II”, e “Prima di Amoris laetitia: le fonti della controversia”.
