Il corso, muovendo dalle problematiche attuali relative alla corporeità, vuole aiutare a far emergere il senso umano e di fede del corpo. Si rifletterà in ottica antropologica, al confine tra filosofia e teologia, e con aperture sull’evangelizzazione e sull’educazione alla fede. L’ipotesi-guida è che il corpo proprio, nella sua singolarità e anche nella sua alterità rispetto alla coscienza di sé, è il luogo di un possibile, faticoso ma liberante intreccio tra identità in uscita, riconciliazione con sé e trascendenza. L’identità, più che come progetto su di sé, emerge come dono di sé o come un riceversi in dono; il dominio su di sé si apre alla riconciliazione con sé; la trascendenza si libera da ogni tentazione di fuga dal corpo e assume sapore di alterità, di dono e di grazia. L’intento è anche di avvertire una fedeltà, dalla misura alta, all’umano e alla Rivelazione. Questa ha il suo centro nell’evento di Gesù Cristo: il Figlio di Dio cha ha assunto veramente la carne umana, che ha condiviso tutta l’esperienza umana (eccetto il peccato), che è morto e risorto nel suo vero corpo. La via stessa dell’incontro con Dio (che passa per la Scrittura, per i sacramenti, per il dono di sé al prossimo) è via corporea.