Ciclo di conferenze GP2; Prof. Andrea Riccardi: “Giovanni Paolo II: eccezione o illusione?”

Ciclo di conferenze GP2; Prof. Andrea Riccardi: “Giovanni Paolo II: eccezione o illusione?”

Il pontificato di Giovanni Paolo II è stato un’illusione o un’eccezione nel declino del cristianesimo tra XX e XXI secolo?

L’osservazione riguarda soprattutto il ruolo carismatico del papato di Wojtyla. Di fatto, il mondo globale favorisce la personalizzazione della Chiesa nella figura del papa e impone un esercizio carismatico del ruolo.

La Chiesa di Giovanni Paolo II, nelle sue varie dimensioni è stata protagonista rilevante della storia del suo tempo, come con la preghiera interreligiosa di Assisi nel 1986 o nella vicenda di cambiamento della Polonia e dell’Est europeo. Giovanni Paolo II ha esordito nel 1978 con un annuncio: non abbiate paura! La paura è ancora uno dei sentimenti più diffusi nel tempo globale. È stato un messaggio diretto allo stanco cattolicesimo occidentale, intimidito dalla secolarizzazione vincente. Ma anche a quello orientale, umiliato dalla dominazione sovietica.

La sua era una visione geopolitica, guidata da una passione mistica. Wojtyla non accettava la divisione del mondo della guerra fredda. Il suo pontificato è stato un tempo di estroversione della Chiesa. In questa visione, l’Europa era centrale, perché, uscendo dal dominio della paura, avrebbe messo in moto profondi processi religiosi e sociali, favorendo una nuova cultura alla luce dell’esperienza religiosa.

Giovanni Paolo II radunava le folle anche nei paesi dalla cristianità più stanca. Credeva al valore del dialogo e dell’incontro, della convivenza tra religioni e diverse identità etnico-culturali. Ha lottato per la transizione pacifica dalla guerra fredda, mostrando la “forza dello spirito”.

Bisogna leggerne la figura senza isolarlo dalle vicende della Chiesa e comprendere la lezione complessa di un pontificato: cultura, messianismo, fede come forza di cambiamento dei cristiani, dimensione carismatica della Chiesa con la pietà popolare e mariana, ma anche con le nuove comunità e i movimenti. Ha atteso e lavorato perché il Giubileo del 2000 divenisse una grande occasione di autoriforma della Chiesa, per poter “fare della Chiesa, la casa e la scuola della comunione”.

 

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